Wednesday, February 01, 2006

Lillaz di una vita

Frequento lillaz da sempre, la frequentano i miei e prima di loro la frequentavano i mie nonni. Fin dai miei primi ricordi Lillaz rappresenta la gioia, le vacanze, il divertimento. Ricordo quando, da piccolo, per arrivare a Lillaz si saliva da Molina sulla strada del paese, passando prima sul vecchio ponte di legno stretto stretto, e per fortuna all'epoca le auto erano probabilmente più strette. E poi, arrivati alla curva di Champlong, s'apriva il paesaggio fin verso Lillaz, e le vacanze iniziavano. Mi ricordo quando la strada fra Lillaz e Champlong era poco più larga di una macchina, ed allora di macchine ne passavano poche. Mi ricordo come, fin da piccolo, con gli amici andavamo in bicicletta sulla strada sterrata che costeggiava il fiume fra Lillaz e Champlong, come usassimo fare quello che chiamavamo "il giro dei ponti" passando da una parte del fiume all'altra fra Lillaz e Champlong malgrado dal lato del parco non vi fosse una strada ma solo un sentiero, e malgrado le nostre biciclette che certo non erano le mountain bike di oggi. Ricordo il senso di libertà, la bellezza d'andare a fare una passeggiata al rocco grosso senza incontrare quasi nessuno, potervi salire sopra a prendere il sole, andare alle cascate a prendere il sole e magari anche farvi il bagno, per quanto fosse fredda l'acqua. Mi ricordo quando si andava a prendere il sole al terzo salto delle cascate, dove d'inverno anni dopo s'incontrava qualche scalatore su ghiaccio, di come per arrivarci ci si dovesse arrampicare fra sassi ed acqua lungo il fiume dal ponte di legno fino al laghetto sotto la cascata. Poi, giustamente, il turismo di massa prese il sopravvento ed iniziarono ad arrivare i pullman carichi di turisti che volevano solo vedere le cascate. E di quando costruirono il nuovo ponte a Cogne per far passare le macchine. Di quando costruirono il ponte nuovo a Lillaz senza, per un certo periodo, fargli la strada per beghe fra l'amministrazione ed i possessori delle case lungo il fiume che, oggi, sono lungo la strada per i campeggi. E ricordo le notti d'estate ad ammirare le stelle, senza troppa illuminazione. Oggi purtroppo invece lampioni a pioggia invadono il cielo notturno e, per vedere due stelle cadenti, bisogna andare a cercare il buio. Per me Lillaz è e resterà sempre un punto fermo. Certo che, però, l'amministrazione potrebbe fare qualcosa. Avrebbe potuto fare qualcosa all'epoca dell'affare Franzoni, per ricordare al mondo che Cogne e Lillaz sono bei posti. Avrebbe potuto cercare di metterci meno anni per mettere a posto la strada disastrata dall'alluvione. Avrebbe potuto realizzare una passeggiata più "montana" e meno simile ad un lungo mare romagnolo. Avrebbe potuto evitare che si costruisse a pioggia e, qualche volta, con colori e stili discutibili. Come potrebbe preoccuparsi, d'estate, di ripristinare i ponti mobili che d'inverno definiscono la pista da fondo, magari per tracciare percorsi di mountain bike. Come avrebbe dovuto cercare d'evitare che "casa serena" abbandonasse Lillaz lasciando quell'orribile sensazione di "chiuso" all'ingresso del paese.

Luca

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