Tuesday, February 28, 2006

Storia tragi-comica

Alcuni giorni or sono i soliti volontari dopo aver letto un avviso del sindaco, si sono recati ancora una volta, volenterosi come non mai per buttare la neve sulle piste da discesa. Muniti delle nostre pale siamo andati in funivia alle ore 14 del martedi ma amara sorpresa non c'era nessuno delle funivia che potesse assisterci pertanto l'unica cosa che potevano fare era mandarci in cima alla funivia ma senza dirci dove dovevamo spalare....... naturalmente non ci siamo persi d'animo siamo saliti e abbiamo spalato la neve dove meglio credevamo.Il giorno successivo mercoledi ancora volenterosi come non mai abbiamo ritentato l'impresa credendo di essere più fortunati, ma purtroppo la sorte non ci ha assistito ..... stessa risposta non c'era personale disponibile ....Naturalmente un dubbio ci è venuto in mente, l'avviso non era giusto probabilmente volevano dire i volontari DA SOLI e non con l'aiuto del personale delle funivie ........

Tuesday, February 21, 2006

Meglio una "fabbrica" ?

Leggo tra i vari commenti che è stata fatta una lettera di protesta e "pare" che la stessa non sia stata presa sul "serio", la cosa non mi stupisce considerando che nulla o quasi nulla è stato fatto per noi turisti in questi anni, anzi probabilmente non siamo graditi anche se anno dopo anno lasciamo a Cogne tanti bei "soldini". Chissà, magari gli Amministratori preferiscono far vivere la popolazione con qualche bella fabbrica "inquinante", pittosto che con una "sana" economia turistica?

...disilluso?

non vorrei apparire disilluso ma dai commenti che ho sentito a cogne e lillaz pare che la lettera di protesta non sia stata presa troppo sul serio....

Monday, February 20, 2006

Lettera di protesta

Lorenzo, come nel frattempo avrai forse saputo l'amministrazione comunale è stata sollecitata in tal senso da una lettera di protesta con relativa raccolta di firme a cui hanno aderito molti proprietari di seconde case, turisti, villeggianti e altri che frequentano Cogne e Lillaz e che hanno a cuore tali bellissime località ma che vorrebbero anche migliori servizi e attenzione a cose che in altri luoghi vengono offerte (magari con sforzo, impegni e sacrifici) a favore dei tanti fruitori invernali.

Roberto

Monday, February 13, 2006

Cogne si è spenta...

Ho potuto notare con grande piacere che con notevoli sforzi dei volontari siete riusciti a fare la MarciaGranParadiso. Forse se l'Amministrazione comunale di Cogne, utilizzasse lo stesso impegno, si riuscirebbe anche a risollevare dalla cattiva sorte lo sci da discesa oppure si è deciso di farlo morire? Noi veniamo da anni a Cogne e abbiamo notato che negli anni questa ridente località si è spenta.Vi sembra che chiediamo troppo se vorremmo almeno qualche chilometro di pista di sci da discesa?E' così costoso innevare alcuni km. di piste da discesa e/o da fondo ?
Saluti

Lorenzo

p.s. complimenti per il blog

Thursday, February 09, 2006

Siamo solo scocciatori?

Mi allaccio a quanto detto nei vari commenti per confermare che rimaniamo allibiti per come le cose si possano fare quando c'è volontà di farle. Forse a Natale non si poteva sparare ancora neve? Forse non si poteva innevare un piccolo anello a Lillaz e Valnontey? Tornando dopo circa un mese abbiamo visto che quando c'è la volontà si può sparare e fare le piste, peccato che la discesa oramai a Cogne sia definitivamente morta e i nostri figli non vogliono più venire (se non sciano cosa fanno). Spero che gli amministratori pensino un pò di più a questo paese così carino - chissà forse in un paese turistico forse bisognerebbe pensare un po di più ai turisti? o siamo solo scocciatori del sabato e domenica ?
Saluti

Francesco

Monday, February 06, 2006

Una bandierina di allarme

Frequento Lillaz da più di 30 anni e devo dire che è una delle poche località che in tutto questo tempo si è sforzata di restare “se stessa”, con i suoi pascoli, i suoi fiori, i suoi sentieri, le sue stalle…, a differenza di tanti altri paesi della Valle d’Aosta, purtroppo sfigurati dall’economia dello sci alpino che comporta grandi costruzioni e piste da discesa dappertutto e sopra di tutto.
E’ chiaro che ciò non significa che Lillaz sia un’isola in cui tutto è perfetto, anzi! Ed è altrettanto chiaro che non è semplice impostare un disegno diverso da quello “facile e consumistico” di costruire ovunque, tracciare nuove piste, eliminare pascoli per fare magari campi da golf d’elite con la scusa di sistemare una frana, ecc,ecc.
Per far ciò è assolutamente necessario (e doveroso, aggiungerei!) sviluppare soluzioni orientate a valorizzare il territorio naturale delle valli di Cogne, che offre spettacoli davvero eccezionali ovunque si guardi ed in qualunque stagione, con o senza neve.
I valori della natura non possono essere valorizzati offrendo solo la possibilità di correre all’impazzata giù da piste da sci, ma richiedono idee innovative, progetti e realizzazioni molto fini curate. Il turismo moderno cerca in primis un eccellente servizio, che è disposto anche a pagare. E il servizio inizia dall’ospitalità, dalle strutture rese disponibili, dall’intrattenimento sia di svago e divertimento che culturale; da tutto quanto può servire alle esigenze di persone attratte dalla montagna per affascinarle e catturarle sempre di più.
Credo sia capitato a tutti passeggiando in Valnontey o in Valeille di fermarsi per ammirare gli animali, la vegetazione, le rocce, e di star decine di minuti con il naso in su ad osservare il cielo illuminato da miliardi di stelle limpidissime, e di sentirsi come immersi in un tutt’uno con queste montagne che con il loro fascino fanno la “magia” di staccarti dal frenetismo di tutti i giorni, regalandoti momenti di riflessioni che porterai per sempre con te!
Mantenere tutto ciò purtroppo non è un compito facile e tanto meno scontato. Di fatto Lillaz sta rischiando di diventare una località “spenta”. Sintomo preoccupante è la chiusura di tutti i negozi, cosa che peraltro mette in difficoltà in primo luogo gli abitanti stessi.
Anche le opere realizzate danno a chi passa un’impressione non positiva: per esempio la frana che ha cancellato l’area picnic abbandonata a se stessa, per non citare l’impatto veramente pessimo di quella serie di quasi 100 lampioni “da lungomare” di Rimini, assolutamente fuori luogo.
Basta poco buon senso per riuscire ad avvalorare qualunque cosa, ma basta un nulla per cancellarla. Non ho e non voglio avere la pretesa di gettare allo sbaraglio elenchi di soluzioni, vorrei solo trasmettere alle autorità preposte che abitanti, villeggianti e passanti stanno alzando una bandierina di allarme per questa perla del Gran Paradiso che si sta ammalando.

Giuliano

I miei figli non vogliono più venire...

Anche noi frequentiamo Lillaz da 25 anni e i miei figli sono cresciuti passando qui le loro vacanze e adesso non vogliono più venire. Non c'è niente per loro, solo la splendida natura o quello che ne resta, non abbiamo più negozio d'inverno nè tabaccheria nè giornali. La frana è una ferita orribile e qua e là nascono mucchi di letame e discariche. Però continuo a tornare, ed è stato bello trovare questo blog dove ho trovato gente che la pensa come me. Il comune di Cogne non fa nulla perLillaz e quando lo fa è un disastro (vedi l'illuminazione del rettilineo di Champlong !!) al contrario Gimillan è diventata bellissima. Speriamo che in futuro cambi

Pallina

Wednesday, February 01, 2006

Lillaz di una vita

Frequento lillaz da sempre, la frequentano i miei e prima di loro la frequentavano i mie nonni. Fin dai miei primi ricordi Lillaz rappresenta la gioia, le vacanze, il divertimento. Ricordo quando, da piccolo, per arrivare a Lillaz si saliva da Molina sulla strada del paese, passando prima sul vecchio ponte di legno stretto stretto, e per fortuna all'epoca le auto erano probabilmente più strette. E poi, arrivati alla curva di Champlong, s'apriva il paesaggio fin verso Lillaz, e le vacanze iniziavano. Mi ricordo quando la strada fra Lillaz e Champlong era poco più larga di una macchina, ed allora di macchine ne passavano poche. Mi ricordo come, fin da piccolo, con gli amici andavamo in bicicletta sulla strada sterrata che costeggiava il fiume fra Lillaz e Champlong, come usassimo fare quello che chiamavamo "il giro dei ponti" passando da una parte del fiume all'altra fra Lillaz e Champlong malgrado dal lato del parco non vi fosse una strada ma solo un sentiero, e malgrado le nostre biciclette che certo non erano le mountain bike di oggi. Ricordo il senso di libertà, la bellezza d'andare a fare una passeggiata al rocco grosso senza incontrare quasi nessuno, potervi salire sopra a prendere il sole, andare alle cascate a prendere il sole e magari anche farvi il bagno, per quanto fosse fredda l'acqua. Mi ricordo quando si andava a prendere il sole al terzo salto delle cascate, dove d'inverno anni dopo s'incontrava qualche scalatore su ghiaccio, di come per arrivarci ci si dovesse arrampicare fra sassi ed acqua lungo il fiume dal ponte di legno fino al laghetto sotto la cascata. Poi, giustamente, il turismo di massa prese il sopravvento ed iniziarono ad arrivare i pullman carichi di turisti che volevano solo vedere le cascate. E di quando costruirono il nuovo ponte a Cogne per far passare le macchine. Di quando costruirono il ponte nuovo a Lillaz senza, per un certo periodo, fargli la strada per beghe fra l'amministrazione ed i possessori delle case lungo il fiume che, oggi, sono lungo la strada per i campeggi. E ricordo le notti d'estate ad ammirare le stelle, senza troppa illuminazione. Oggi purtroppo invece lampioni a pioggia invadono il cielo notturno e, per vedere due stelle cadenti, bisogna andare a cercare il buio. Per me Lillaz è e resterà sempre un punto fermo. Certo che, però, l'amministrazione potrebbe fare qualcosa. Avrebbe potuto fare qualcosa all'epoca dell'affare Franzoni, per ricordare al mondo che Cogne e Lillaz sono bei posti. Avrebbe potuto cercare di metterci meno anni per mettere a posto la strada disastrata dall'alluvione. Avrebbe potuto realizzare una passeggiata più "montana" e meno simile ad un lungo mare romagnolo. Avrebbe potuto evitare che si costruisse a pioggia e, qualche volta, con colori e stili discutibili. Come potrebbe preoccuparsi, d'estate, di ripristinare i ponti mobili che d'inverno definiscono la pista da fondo, magari per tracciare percorsi di mountain bike. Come avrebbe dovuto cercare d'evitare che "casa serena" abbandonasse Lillaz lasciando quell'orribile sensazione di "chiuso" all'ingresso del paese.

Luca